COSA C'E' CHE NON articolo del past. Luca Adamo Molti
credenti si lamentano del fatto che il Natale sia divenuto troppo
consumistico e che abbia quindi perso quel significato spirituale che una
volta lo caratterizzava. Eppure è
una vera illusione pretendere un Natale sgombro dal consumismo (e
dall'idolatria) che lo contorna. Perchè?
Semplice, perchè il Natale non è una festività che il Signore ha comandato e
quindi è per forza di cose influenzata in modo massiccio dal mondo che,
inutile sottolinearlo, lo propaga e lo promuove a proprio uso e consumo. Anche le
ricorrenze comandate dal Signore sono ormai intaccate dall'eccessiva
mondanità, ma almeno in quel caso chiedere la Sua benedizione è certamente
lecito, perchè Iddio benedice le ricorrenze che Egli stesso ha comandato. Ma il
Natale, per quanto grazioso, non contiene in sè alcun "permesso
divino" ed è pertanto destinato, nonostante i buoni propositi di
molti, ad essere preda del mondo e dei suoi tentacoli. Questa festività,
sin da quando venne istituita, è qualcosa che nasce da lombi pagani e
mondani, e non possiamo quindi pretendere di trovare in essa quella
sacralità che molti vorrebbero. I
cristiani si lamentano del fatto che il Natale sia ormai privo del suo significato
spirituale... ma io dico che non lo ha mai veramente avuto! I
cristiani si lamentano del fatto che il Natale sia divenuto solo
occasione di consumismo e di cibo... ma io dico che il consumismo e il
cibo (sebbene nelle forme tipiche di ogni epoca) hanno
sempre caratterizzato questa festività, sin da quando venne ordinata. Al
tempo dell'adorazione del dio Mitra, quando nel solstizio
d'inverno i pagani festeggiavano il Dies Natalis Solis
Invicti (giorno della nascita dell'invincibile Sole), il Natale che ne
prese il posto si appropriò anche di tutti quei festeggiamenti e gozzoviglie
che da sempre hanno accompagnato quella data. Dobbiamo
quindi rifiutarci di festeggiarlo? Dobbiamo forse finire col combatterlo?
Sono forse nel peccato coloro che lo festeggiano pienamente? Io credo
che ogni cristiano sia chiamato alla sobrietà e sono certo che la coscienza
dei credenti sia un ottimo strumento di equilibrio anche in queste
circostanze. Il fatto,
amici, è che non importa gli sforzi che si fanno per spiritualizzare il
Natale, perchè il mondo e il consumismo avranno sempre la meglio e sempre
prenderanno il sopravvento su ogni buon proposito. Perchè?
Perchè questa festa gli appartiene, è una festa nata dall'uomo e portata
avanti dal mondo, una festa che nulla ha a che vedere con le direttive
celesti e che è quindi lasciata nelle mani della sola umanità. Gloria a
Dio per coloro che dedicano parte di questo tempo alla preghiera,
ringraziando il Signore per essere venuto al mondo ed averci strappato
dalla schiavitù del peccato, ma sono certo che coloro che fanno ciò sono
anche ben consapevoli di come il mondo si sia appropriato di questa
festività, facendo sentire estranei coloro che invece veramente vorrebbero e
potrebbero parlare e ricordare la nascita del Signore Gesù Cristo come
si conviene. Per il
resto, ciascuno agisca seguendo la propria coscienza,
non meravigliandosi però del consumismo che circonda il Natale, nè
della poca spiritualità dell'evento, perchè sarebbe davvero strano esigere
dal Signore una benedizione su una festa che Lui, per primo, non ha mai
comandato. Pastore
Luca Adamo Ministero
"Vita Abbondante" - Roma |
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